9788861349872
581484
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Carte come armi
18.26
Le carte geografiche mostrano le forme del potere sul territorio ma sono anche strumenti di quello stesso potere. Lo rappresentano e allo stesso tempo lo esaltano, consapevolmente o meno.
Con linguaggio accessibile e l’ausilio di molte immagini a colori, questo libro vuole introdurre a un tema che, pur collocandosi in un campo di studi oggi centrale nelle scienze sociali quale quello della dimensione simbolica del potere, risulta ancora troppo poco analizzato: la spazialità del potere e le sue espressioni cartografiche. Lo fa raccontando storie e tratteggiando personaggi, ma ambisce ad essere molto più di una semplice raccolta aneddotica: vuole infatti ricostruirne l’evoluzione storica, a partire da quei prodotti cartografici a cavallo tra scienza e arte eredi della tradizione rinascimentale fino alle sperimentazioni grafiche delle carte geopolitiche di oggi.
I protagonisti del libro sono dunque molti: le carte come oggetti in sé, i loro autori, il pubblico che le sfoglia, il potere che le commissiona e vi viene ritratto anche quando non compare direttamente. Ma in realtà il protagonista principale è un altro ancora: l’atto comunicativo che si instaura tra la carta e l’osservatore, momento in cui si esprime tutta la ricchezza e il fascino del linguaggio cartografico.
Edoardo Boria, geografo, insegna presso La Sapienza-Università di Roma. I suoi interessi di ricerca sono prevalentemente rivolti alla storia del pensiero geografico e della cartografia. In quest’ultimo ambito ha approfondito lo studio del valore politico e sociale della carta geografica, su cui ha scritto numerosi saggi e il volume Cartografia e potere (UTET, 2007).
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- Le carte geografiche mostrano le forme del potere sul territorio ma sono anche strumenti di quello stesso potere. Lo rappresentano e allo stesso tempo lo esaltano, consapevolmente o meno. Con linguaggio accessibile e l’ausilio di molte immagini a colori, questo libro vuole introdurre a un tema che, pur collocandosi in un campo di studi oggi centrale nelle scienze sociali quale quello della dimensione simbolica del potere, risulta ancora troppo poco analizzato: la spazialità del potere e le sue espressioni cartografiche. Lo fa raccontando storie e tratteggiando personaggi, ma ambisce ad essere molto più di una semplice raccolta aneddotica: vuole infatti ricostruirne l’evoluzione storica, a partire da quei prodotti cartografici a cavallo tra scienza e arte eredi della tradizione rinascimentale fino alle sperimentazioni grafiche delle carte geopolitiche di oggi. I protagonisti del libro sono dunque molti: le carte come oggetti in sé, i loro autori, il pubblico che le sfoglia, il potere che le commissiona e vi viene ritratto anche quando non compare direttamente. Ma in realtà il protagonista principale è un altro ancora: l’atto comunicativo che si instaura tra la carta e l’osservatore, momento in cui si esprime tutta la ricchezza e il fascino del linguaggio cartografico. Edoardo Boria, geografo, insegna presso La Sapienza-Università di Roma. I suoi interessi di ricerca sono prevalentemente rivolti alla storia del pensiero geografico e della cartografia. In quest’ultimo ambito ha approfondito lo studio del valore politico e sociale della carta geografica, su cui ha scritto numerosi saggi e il volume Cartografia e potere (UTET, 2007).
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